Gestione del rischio

La gestione del rischio e la compliance sono processi fondamentali del nostro modello di business: il nostro obiettivo è quello di mitigare il rischio adottando uno schema di definizione della propensione al rischio (Risk Appetite Framework, RAF), che consenta di mantenere un equilibrio tra gli obiettivi futuri sostenibili e una crescita solida della nostra attività a lungo termine.

Nel 2022 abbiamo continuato a integrare i fattori ESG nel nostro schema di gestione del rischio e a migliorare la trasparenza, nonché a rafforzare ulteriormente il nostro approccio alla gestione del rischio, con un’attenzione specifica sui rischi legati ai cambiamenti climatici e sulla protezione dei sistemi informatici.

Rischi climatici e ambientali

Nell’ambito della divisione Group Risk Management è stata creata la global unit Climate Risk and Risk Governance, che riferisce alla funzione Group Enterprise Risk Management, che ha il compito di supervisionare i rischi climatici e ambientali e le tematiche legate al clima.

I cambiamenti climatici espongono UniCredit a diverse tipologie di rischio

Tali rischi includono il rischio di credito, di mercato, di liquidità e reputazionale

Abbiamo sviluppato a livello di banca un approccio alla gestione del rischio climatico al fine di gestire e supervisionare i processi relativi al rischio sia climatico che ambientale, nonché l’approccio di UniCredit ai settori sensibili

Cambiamento
climatico
RISCHIO DI TRANSIZIONE
RISCHIO FISICO

APPROCCIO ALLA GESTIONE DEL RISCHIO CLIMATICO A LIVELLO DI BANCA

  • Valutazione del rischio climatico e ambientale
  • Esposizione alle aziende che emettono elevate quantità di gas serra
  • Dal PACTA a Net Zero
  • Policy di settore
  • Gestione del rischio finanziario
  • Valutazione del rischio fisico

PRINCIPALI AZIONI DEL 2022 PER COMBATTERE I RISCHI CLIMATICI E AMBIENTALI

RISCHIO DI TRANSIZIONE

Nel processo di transizione lavoriamo al fianco di quei settori che hanno bisogno di investimenti consistenti per contrastare i cambiamenti climatici e raggiungere gli obiettivi fissati dalla roadmap del Green Deal europeo.

L’integrazione dei rischi e delle opportunità climatiche e ambientali nella nostra gestione del rischio di credito rappresenta un passo necessario in questa direzione. Sono stati pertanto sviluppati una metodologia e un processo specifici per l’identificazione dell’ambito di applicazione, la raccolta di dati, l’esecuzione di valutazioni e la convalida dei risultati.

Per integrare tali rischi nella nostra strategia aziendale, tenerli correttamente in considerazione attraverso tutte le fasi del processo di concessione del credito e monitorare questo tipo di rischio nel nostro portafoglio di credito, abbiamo progettato un Questionario di Valutazione dei Rischi Climatici e Ambientali per determinare la posizione dei nostri clienti sul percorso di transizione.

Il questionario è stato progettato per valutare l'esposizione al rischio di transizione lungo tre dimensioni chiave:

  • livello di esposizione attuale
  • livello di vulnerabilità futura
  • impatto economico.

I risultati delle valutazioni climatiche e ambientali integrano i file presentati ai Comitati di Credito, consentendo loro di considerare correttamente i fattori climatici e ambientali durante le decisioni di concessione durante la fase di sottoscrizione. Inoltre, i punteggi di rischio di transizione (recuperati da fornitori esterni) vengono tradotti in segnali di guida ad hoc e sono completamente integrati nel quadro di riferimento delle strategie di rischio di credito del settore.

IL NOSTRO QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI CLIMATICI E AMBIENTALI

>c.1.000 Controparti

valutate nell’anno, corrispondenti a
40%
dell’EAD Corporate

Livello di rischio dei nostri clienti

Rischio basso/medio-basso
c.80%
Rischio medio-alto
c.15%
Rischio alto
c.5%

Esposizione verso i settori NACE dei TOP 5 Paesi selezionati per lo Stress Test Climatico della BCE come quelli con la più alta Intensità di Gas Serra (>1000tCO2e/m€).

15%

della nostra esposizione del portafoglio aziendale nei Top 5 Paesi

Le esposizioni sono ben differenziate tra le industrie, con una concentrazione relativamente maggiore nella fornitura di energia elettrica e gas e nella produzione di metalli di base.
La nostra strategia ESG consiste nel valutare e supportare la transizione climatica delle controparti con piani affidabili.

 

 

Codice NACE
(2 cifre)

Descrizione NACE

% su Società Non Finanziarie FY22A

% su Società Non Finanziarie FY21A

A01

Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi

1%

1%

B05-B09 Estrazione di minerali da cave e miniere <1% <1%
C19 Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 2% 2%
C20 Fabbricazione di prodotti chimici 2% 2%
C23 Fabbricazione di altri prodotti in minerali non metalliferi 1% 1%
C24-25 Attività metallurgiche; fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature 3% 4%
D35 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 6% 6%
H50 Trasporto marittimo e per vie d'acqua <1% <1%
Totale   15% 16%

A. Esposizione pari a €231,7 miliardi al 31 dicembre 2022. Esposizione pari a €228,4 miliardi al 31 dicembre 2021. L’esposizione si riferisce ai 5 principali Paesi (Italia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Russia) segnalati alla BCE nell’esercizio di stress test climatico (Climate Stress Test).

Dal 2020, utilizziamo la metodologia PACTA per le banche sviluppata da 2DII per valutare l'allineamento del nostro portafoglio di prestiti con una serie di scenari climatici che tengono conto di diversi livelli di ambizione in relazione all'aumento della temperatura globale.

Dopo esserci uniti alla Net-Zero Banking Alliance, abbiamo istituito un gruppo di lavoro per divulgare gli obiettivi relativi ai nostri settori prioritari e monitorare la traiettoria di decarbonizzazione. In questo contesto, abbiamo considerato la metodologia più aggiornata e affidabile disponibile per ciascun settore, andando oltre PACTA.

Le valutazioni del rischio ambientale e sociale sono guidate dalle nostre policy di settore inerenti al rischio ambientale, sociale, operativo e reputazionale, nonché dal nostro impegno in tema di diritti umani. Laddove possibile, si applicano anche gli Equator Principles (EP). Le seguenti policy e impegni sono attualmente in vigore:

Settore minerario AGGIORNATA
Difesa/Armamenti AGGIORNATA
POLICY IN ATTO

Carbone

Energia nucleare

Settore Petrolio e Gas

Infrastrutture idriche

Diritti umani - impegno

Deforestazione - impegno

Tabacco - impegno

Settore minerario AGGIORNATA
POLICY IN ATTO

Carbone

Energia nucleare

Settore Petrolio e Gas

Infrastrutture idriche

Difesa/Armamenti AGGIORNATA
POLICY IN ATTO

Diritti umani - impegno

Deforestazione - impegno

Tabacco - impegno

Intendiamo aggiornare le policy e, se necessario, definirne di nuove su altri settori sensibili ai temi ESG. Il nostro lavoro sarà basato su analisi di portafoglio e supportato da esperti della comunità scientifica per analizzare questi temi con un approccio fattuale e basato sull’impatto sociale e ambientale.

Sono state avviate diverse iniziative concrete al fine di integrare i rischi climatici e ambientali nell'approccio alla gestione del rischio finanziario. Di seguito sono illustrati i pilastri fondamentali dell'approccio seguito:

  1. è stato definito un approccio metodologico complessivo
  2. Gli indicatori chiave di rischio (KRI) relativi ai fattori climatici e ambientali sono stati inclusi nella Market Risk Strategy e nel 2023 saranno adottati, sia per il portafoglio di negoziazione sia per quello bancario, limitazioni e livelli di allerta specifici con riferimento al rischio di transizione e al rischio fisico; saranno inoltre introdotti livelli di allerta anche per gli stress test. Per quanto concerne il rischio di mercato, tutte le limitazioni possono essere fissate solo a livello di Gruppo o seguendo il consueto processo a cascata basato sulla materialità che si applica ai cosiddetti limiti granulari di mercato (GML)
  3. La valutazione dei fattori climatici e ambientali è stata inclusa nel processo di valutazione dei nuovi prodotti finanziari, nell'ambito del quale le Società del Gruppo devono anche verificare se nel payoff/struttura del prodotto siano incorporati eventuali rischi climatici o ambientali e assicurare la coerenza con la strategia ESG del Gruppo, coinvolgendo, se necessario, la funzione locale competente
  4. È stata migliorata la rendicontazione e il monitoraggio mensile (rischi fisici e di transizione) e gli stress test climatici per il rischio di mercato e di credito di controparte (che suggeriscono una materialità limitata)
  5. Sono state ampliate le policy di settore (Carbone e Petrolio e Gas) per includere il rischio finanziario.

RISCHIO FISICO

RISCHIO DI CREDITO

UniCredit ha sviluppato una metodologia per stimare il potenziale deterioramento annuale effettivo del fair value (FV) delle garanzie alla base del portafoglio mutui. Tale approccio prevede:

  1. Identificazione dei principali rischi fisici acuti che influiscono sulle aree geografiche, a livello di codice postale/Comune, in cui la banca opera
  2. Quantificazione del potenziale danno alle garanzie situate in luoghi critici (ad es. aree ad elevato rischio fisico)
  3. Valutazione della percentuale di fair value potenzialmente danneggiata dall’evento.
c.0,1%

stima dell’impatto del fair value 1

  • Esondazioni fluviali (eventi acuti): un riscaldamento alla fine del XXI secolo di oltre 2°C rispetto al periodo preindustriale (1850-1900) inciderebbe al massimo sul 213% del fair value totale del portafoglio rispetto all’attuale 29% (ipotizzando la stessa distribuzione delle garanzie)
  • Innalzamento dei mari (eventi cronici): inciderebbe al massimo sul 12% del fair value totale del portafoglio attuale, considerando lo scenario che comporterebbe un incremento probabile della temperatura di oltre 4°C alla fine del XXI secolo (ipotizzando la stessa distribuzione delle garanzie).

RISCHIO OPERATIVO

Effettuiamo valutazioni periodiche per verificare la resilienza dei nostri data center e dei nostri edifici principali, nonché per assicurare che i nostri processi volti a garantire la continuità operativa siano protetti da eventuali cambiamenti fisici nei modelli meteorologici o da altri cambiamenti ambientali acuti e/o cronici legati al clima.

L’approccio di gestione del rischio operativo si sta evolvendo per essere in grado di gestire il rischio operativo connesso al clima e all’ambiente. A questo riguardo sono già state adottate le seguenti misure:

  • Il dataset relativo alle Perdite operative è stato ampliato per identificare gli eventi connessi al rischio climatico e ambientale che possono generare perdite e che saranno oggetto di monitoraggio e analisi periodica
  • Nel 2022 le principali Società del Gruppo hanno condotto un’analisi di scenario specifica (relativa a greenwashing ed evento alluvionale estremo). Nel 2023 l’attività sarà ulteriormente ampliata, con la richiesta a tutte le principali Società del Gruppo di effettuare un’analisi di scenario anche in relazione a “ondata di calore estremo che compromette il sistema di raffreddamento dei server”
  • Il Group Non-Financial Risks Committee viene opportunamente informato qualora emergano criticità dalle valutazioni, dall’andamento delle perdite e dalle analisi di scenario.

1. Dati al 31 dicembre 2022.

2. Quota di Fair Value nelle zone ad alto rischio sul totale del Fair Value

Information and Communication Technology (ICT)/Rischi informatici

Nel corso del 2022 abbiamo continuato a lavorare su una serie di iniziative volte a rafforzare le difese informatiche del Gruppo.

PRINCIPALI AZIONI DEL 2022 PER GESTIRE I RISCHI INFORMATICI

  • Autovalutazione dei rischi e dei controlli: È in vigore dal 2021 in tutte le principali Società del Gruppo che si occupano di processi e asset nell’ambito dell’attività bancaria end-to-end
  • Dashboard per la gestione dei rischi informatici: Creata nel 2021, è stata estesa all’Europa Centrale e Orientale nel 2022 e costantemente migliorata con indicatori di rischio per i rischi emergenti
  • Sorveglianza sugli eventi informatici esterni: Costante condivisione dei risultati con i membri del GEC (Group Executive Committee)
  • Analisi dello scenario di rischio informatico: Per valutare i controlli e le contromisure adottate dal Gruppo UniCredit contro minacce specifiche
  • Propensione al rischio informatico: Il RAF è stato esteso anche ai rischi informatici. È in vigore in tutte le principali Società del Gruppo e viene rivisto annualmente per assicurare la coerenza con i principali rischi emergenti